Donna... Non solo sulla violenza
PROGETTO EDIFICIO RESIDENZIALE TIPOLOGIA A TORRE
Gli elaborati rappresentati costituiscono una esperienza progettuale di un edificio per residenze e servizi svolta dagli alunni della 4°A del Liceo Artistico indirizzo Architettura e ambiente di Vibo Valentia.
Il tema della residenza viene affrontato in una visione in cui il carattere tipologico e funzionale dell’edificio si configura con la realizzazione, al piano di contatto stradale, di una serie di servizi a vocazione commerciale, di un piccolo parco urbano ad uso della collettività e a supporto delle attività commerciali e infine, con la progettazione all’ultimo piano di un “tetto giardino”, ad uso esclusivo dei residenti.
Di fatto il progetto è costituito da numerosi sottosistemi al fine di realizzare un unicum organico e funzionale a servizio sia privato che pubblico.
In particolare il progetto è prevede:
1. Piano terra. Attività commerciali, bookshop, ristorazione, cura della persona.
2. Parco urbano con spazi pubblici adiacenti l’edificio adibiti ad aree gioco, svago e relax, parcheggi.
3. Cinque piani ad uso residenziale con 3 tagli di alloggio (45 mq, 60 mq, 90 mq).
4. Tetto giardino con funzioni ad uso esclusivo dei proprietari delle unità abitative (Palestra, area relax, area cooking.)
“La decontestualizzazione artistica: ai tempi del corona virus”
Nel chiederci di sviluppare questo progetto sicuramente il professore ci ha spinto a riflettere meglio su ciò che accade intorno a noi e su come il contesto storico possa influenzare l’arte. E’ proprio in questo contesto che entriamo in gioco noi, i giovani, che con maggior difficoltà stiamo trascorrendo questi giorni rattristiti dalla mancanza di baci, di abbracci e di semplici contatti. Ho riflettuto su come la pandemia, che ha messo in ginocchio l’intera popolazione mondiale, ha costretto i sentimenti ad essere espressi in altri modi molto diversi dai soliti, quelli fisici. Infatti oggi i gesti che solitamente trasmettono più di mille parole devono stare a riposo e lasciare il posto alle parole e nel mio caso, all’arte. Ho quindi deciso di realizzare, ispirandomi ad un manifesto della pop art, questa opera intitolata “Amore ai tempi del Covid”, realizzata con matite su cartoncino. L’opera esprime appunto la forza dell’amore tramite la raffigurazione di due innamorati che si baciano seppur separati dai caschi da astronauti che indossano, quasi come se l’amore potesse elevarli fino alla luna.
Liceo Artistico “D.Colao” Chiara Costantino IV B
Siamo in un periodo di immagini forti, alcune spaventano, altre lasciano il segno. Una di queste l'abbiamo vista venerdì 27 marzo, quando il Papa ha presieduto un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota, per invocare la fine della pandemia.
L'eccezionalità di un momento come questo non sta tanto nelle parole, che mettono i brividi, ma nel silenzio di un'umanità impaurita.
Questo è quello che ho voluto rappresentare; il pensatore di Rodin, munito di guanti e mascherina, che rappresenta l'intera umanità, spaventata da una situazione mai vissuta prima d'ora e decontestualizzato in una piazza San Pietro desolata.
Valeria D'Amico, 4B, '20
"La decontestualizzazione artistica ai tempi del coronavirus"; ho pensato molto a questa frase, mi ha fatto riflettere molto, e scaturire diverse idee; ho tratto quella forse meno personale, ma probabilmente più diretta, e sicuramente significativa: “l’invisibilità del nemico contro cui ci battiamo".
Bene...il "mostro" raffigurato rappresenta il nostro nemico contemporaneo, che noi vediamo a malapena (per questo si cela, in questo caso sotto l'acqua; si scorge il viso). Il soggetto non è a caso, ma si tratta di un personaggio mitologico, il titano Lelanto, Dio dell'aria e dell'invisibile, che domina le deboli brezze; come suggerisce effettivamente il nome di origine greca, composto da parole che significano "fuggire senza essere notati", "spostarsi non visti" o "andare inosservati"; proprio come il nostro nemico.
Il "fallen angel" di Cabanel rappresenta invece noi uomini. E' cieco, perché non può vedere il nemico sì, ma anche perché questo lo porta a non poter vedere null'altro che lo circonda, o meglio che lo circondava: il mondo, nella sua bellezza, nella natura e i suoi paesaggi primaverili, e la compagnia delle amicizie e dei propri cari. Proprio come nell'opera vera, ho voluto rendere gli occhi i veri protagonisti. Nonostante la cecità, il bianco, sono pieni di ira e agitazione, ma non possono nascondere dolore e sofferenza. E sempre come l'opera vuole trasmetterci, le lacrime, incapaci di esser trattenute, scendono contrastando la rabbia dello sguardo. Lo sguardo di un uomo che non è sul punto di arrendersi ma di rialzarsi e ribellarsi, meglio combattere, con tutte le sue forze.
Gaia Gentile, 4B, '20
Questo disegno rappresenta la voglia di ripartire, che ci accomuna in questo periodo.
I colori svariati e le forme esprimono un sentimento di confusione, verso una situazione sconosciuta che ci fa anche paura.
Questo sentimento di confusione è mosso da un forte senso di libertà, rappresentato dalle farfalle che rispecchiano la voglia di spiccare il volo e ripartire, proprio dal ritorno alla libertà.
Rachele Macrì, 4B, ’20.
“La decontestualizzazione artistica ai tempi del coronavirus”; partendo da questa frase ho preso ispirazione dall'opera “La libertà che guida il popolo” di Delacroix.
Il disegno si incentra proprio sul concetto di libertà, che in questo caso è rappresentata dalla figura di una dottoressa (è lei la “libertà che guida il popolo”).
Ho scelto di raffigurare una dottoressa, poiché i medici sono tra quelle figure che più di tutti ci stanno aiutando in questo brutto periodo, e quindi, ci stanno conducendo verso la libertà.
Libertà che l’Italia può ottenere solo restando unita, ed è questo il significato delle persone sullo sfondo.
Il popolo esulta guidato dalla Libertà, che da loro un messaggio di speranza e li incoraggia a lottare l'uno con l'altro nonostante il momento difficile.
Rachele Macrì, 4B, ’20.
"SPLENDORE DI UN FUTURO PASSATO". Decontestualizzazione artistica ai tempi del corona virus: Realizzato ad olio su tela (100x80 cm) il dipinto raffigura una scena di vita quotidiana, vissuta ai tempi del corona virus. I soggetti principali sono ispirati dalla famosa scultura di Antonio Canova (Amore e Psiche). Ho scelto di rappresentare quest'opera perché sono rimasto affascinato dal talento di Canova e soprattutto dalla narrazione mitologica. Infatti, ho scelto di separarli, mantenendo la loro posa originale, così come il momento ci impone. Il motivo per cui li ho separati è perché volevo evidenziare che il distanziamento sociale ha inciso profondamente anche su sentimenti così forti, come quello dei due protagonisti, non più impegnati nell'amore, ma a compiere gesti per la sopravvivenza. Lo sfondo, l’ho scelto per esprimere il mio desiderio di vivere all'aperto e a contatto con la natura, in quanto costretto a vivere in un semplice condominio in città. Ma, osservando l'acqua torbida, appare un riflesso, molto smosso, dove si intravedono i due abbracciarsi, così come concepita da Canova, ma lasciando il dubbio nell'osservatore se l'abbraccio in realtà è un ricordo o un desiderio futuro. Questo è stato voluto proprio per lasciare l'immaginazione dell'osservatore, mentre osserva la scena dal Lago.
Liceo Artistico "D. Colao" Matteo Grande IV B.
Esposito Roberta 3
La Caria Gloria penna
La Caria Gloria
Pulicari 2